Negli ultimi 10 mesi continuo a ricevere richieste di collaborazione da parte di ragazzi che vogliono iniziare l’attività di EVENT PLANNER. Innanzitutto consiglio a tutti di non inviare e-mail di richiesta o messaggi tramite canali “strani” in momenti di intenso impegno lavorativo. (ad esempio: “Ho visto in Instagram che stai realizzando la cena per ROBERTO CAVALLI, mi piacerebbe far parte del tuo team.” )

1. Se noti che sono molto impegnata non inviarmi messaggi perché passerebbero in 10° piano.
2. Non accetto il tu, non ti conosco, non mi conosci e mi stai chiedendo un lavoro nel quale dovresti essere sotto la mia tutela e didattica.
3. Gli eventi si organizzano intorno ad un tavolo e con un progetto in testa. Il giorno dell’evento è il risultato di un impegno costante.
4. Produrre un evento non implica necessariamente la presenza di tutto il team durante l’evento stesso e comunque non si è ospiti dell’evento ma direttori e coordinatori.
5. Toglietevi dalla testa che essere EVENT planner corrisponda ad avere una vita mondana.
6. Nel presentarvi dovreste, come prima voce, inserire: “piena disponibilità, sabato e domenica inclusi”.

Essere EVENT planner vuol dire avere una visione che va oltre la nostra idea di preconfezionato. Si produce un servizio e non un prodotto, che può essere immagazzinato e venduto all’occorrenza: un servizio si consuma nel momento che lo si produce ed è per questo che è richiesta tanta concentrazione e dedizione in ciò che si sta facendo.

Voi continuate a scrivermi e ad inoltrarmi la vostra richiesta, ma gradirei ricevere le motivazioni giuste che mi spingono a chiamarvi!

Prima di affrontare un nuovo lavoro occorre fare un’analisi dei propri limiti e dei propri punti di forza: da questo potete capire chi siete e dove potete arrivare; questo vi aiuterà a scegliere l’attività che non vi deluderà mai e che potrete esercitare al meglio.