Ma siamo certi? E La festa per il mio compleanno?
Niente assembramenti... !
Allora facciamo che ne ho ancora 51... e invece che festeggiare il tempo che passa, da ora in poi passerò il tempo festeggiando...
Cosa ho fatto in questi mesi senza eventi?
Ho manipolato progetti elaborati a gennaio, modificati a marzo, non realizzati a maggio, spostati a giugno, rimbalzati a settembre con riserva di adempimento in ottobre. Praticamente nulla...
Se qualcuno dovesse chiedermi di dare un titolo al capitolo della mia vita tra marzo e maggio non esiterei a rispondere: La montagna incantata.
Se avete avuto la fortuna di leggere questo meraviglioso romanzo di Thomas Mann non faticherete a comprendere il mio stato d’animo.
Catapultata da una vita in continua accelerazione senza freni ad una vita quasi monastica. La mia montagna è stata una piccola dimora nel centro città, circondata dal silenzio interrotto dal frastuono delle sirene e dei miei pensieri.
A fine marzo il passaggio da situazione momentanea a condizione indefinita non mi ha sconvolto. Mi ero abituata ed iniziavo a godere di quella quiete come Hans Castorp, il protagonista del romanzo che, abituatosi alla spensieratezza del suo soggiorno presso un sanatorio che ospitava il cugino, accoglie gioiosamente la notizia di doverlo prolungare per curare una malattia manifestatasi a fine vacanza.
Io, e ringrazio Dio, non ho avuto un rapporto ravvicinato con l’invasore molesto (non lo nomino per scaramanzia) e quindi il mio confinamento è equivalso ad una lunga sospensione di ogni attività professionale e fisica (purtroppo non ho mai avuto un cane da passeggio). Ho mantenuto intatta l’attività mentale è sviluppato l’arte genitoriale e culinaria.
In questo frangente ho revocato e materializzato il concetto del tempo di Mann (esposto sempre nel romanzo sopra citato):
“Lunghi periodi di tempo, se non s’interrompe l’uniformità, si restringono in modo da far paura; se un giorno è come tutti, tutti sono come uno solo; e nell’uniformità perfetta la più lunga vita sarebbe vissuta come fosse brevissima e svanirebbe all’improvviso.”
THOMAS MANN
Ora, dopo un pit-stop di 6 mesi, è il momento di uscire dai box per riprendere la corsa (anche se devo confessarvi che durante la pausa ho inserito un limitatore perché non ho più intenzione di vivere sempre con il motore perennemente surriscaldato, ora voglio godermi il paesaggio mentre corro).
E’ stato un momento di quiete per me, panico per alcuni, sconforto per altri, dolore e lutto per molti.
Siamo stati scardinati dai nostri blocchi mentali per essere catapultati in un universo di emozioni contrastanti.
Il nulla, o meglio, un avversario 600 volte più piccolo del diametro di un capello, ha annientato tutte le certezze edificate per anni su un terreno che abbiamo sempre creduto solido e di cui ci siamo sempre sentiti padroni.
Abbiamo sperimentato la solitudine.
Siamo cresciuti, maturati nella solitudine?
“La solitudine dà alla luce l’originale che c’è in noi.”
THOMAS MANN